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Descrizione

Le origini romane del paese che sembrano essere confermate dal ritrovamento, nel locale cimitero, di una stele funerariaoggi conservata nei locali del Municipio, fanno ritenere che il nome di Cissone derivi dal cognome romano Civicius o Civicionis.
Il cippo, conservato presso il Comune, è in pietra arenaria ed è alto 1,40 metro, largo 0,64 metri e spesso 0,31 metri; sopra il tipano vi sono due cornucopie; nel timpano una rosetta a quattro petali, alternati ad altrettanti, più piccoli.
Le lettere dell’incisione sono alte da 3 a 5 centimetri: gli epigrafisti tendono a datarla al secondo secolo d.C..
Il primo studioso a citare la lapide fu il conte Baldassarre Vassallo di Castiglione Falletto che la vide nel 1788 e così ne parlò nel suo manoscritto “Memorie storiche del borgo di Dogliani”.
Nel 1869 Giovanni Francesco Muratori la pubblica al n. 49 nel suo libro Iscrizioni romane dei Vagienni. Dà anche una nuova lettura della lapide. Così introduce il suo studio “Semplice ed affettuosa iscrizione, sinora inedita (per le stampe n.d.r.) trovata vicino ad una cappella che è nel recinto del cimitero di Cissone, presso Dogliani…“.

La lapide è un cippo finerarioche il padre (Quinto Virio Valente) dedica al figlio (Quinto Virio Quieto), morto prima di lui.
La soprintendenza archeologica per il Piemonte ne dispose il trasloco dalla cappella cimiteriale alla sede del palazzo comunale per una maggiore garanzia di conservazione negli anni ’80.
E’ intenzione dell’amministrazione comunale sistemare la stele nella Chiesa della Confraternita dei Disciplinati, non appena concluso il restauro.


Descrizione

Lapide romanica



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